by Admin on Set 23, 2013 in News , Nutrizionale
La carne rossa è stata messa sotto accusa da diversi studi: favorirebbe l’insorgere di
malattie, tra cui il cancro al colon – in particolare se consumata spesso. Tuttavia,
secondo un nuovo studio, esiste la possibilità di limitare i danni, prevenire le malattie e
renderla al contempo più digeribile.
Per rendere dunque meno dannosa l’assunzione continuata di carne rossa, basta
accompagnarla con delle verdure, suggeriscono gli scienziati neozelandesi del Plant
and Food Research Institute, i quali hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati
pubblicati sul Journal of Food Science.
I ricercatori hanno sperimentato gli effetti di una dieta ricca di carne rossa, consumata
da sola o in combinazione a vegetali ricchi di fibra fermentabile.
Lo studio, condotto su modello animale, ha permesso di valutare l’impatto sull’intestino
dei topi da parte della carne, mostrando come l’azione della fibra alimentare – come per
esempio quella che si trova nelle patate e in molte altre verdure e tipi di frutta –
riducesse la produzione di sottoprodotti nocivi del metabolismo intestinale, causata dalla carne rossa.
“Le proteine che mangiamo possono influenzare il metabolismo del microbiota nel nostro intestino e quindi la nostra salute intestinale – spiega in
un comunicato la dottoressa Chrissie Butts – Mentre la maggior parte delle proteine vengono digerite e assorbite dall’intestino tenue, le proteine non
digerite raggiungono l’intestino crasso, e fermentando possono produrre composti potenzialmente tossici”.
Si tratta quindi di abbinare in modo sapiente alimenti animali e vegetali, sfruttando la capacità della fibra alimentare di favorire l’azione dei batteri
buoni e inibire quella dei batteri nocivi, nonché lo smaltimento delle proteine potenzialmente tossiche.
“La nostra ricerca ha dimostrato che, fornendo componenti dietetici che sostenevano i batteri benefici e limitavano la crescita di quelli patogeni
nell’intestino crasso, siamo stati in grado di ottenere un effetto positivo sulla salute dell’ospite”, conclude Butts.
Data di pubblicazione: 14/01/2013
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